Ammetto
che non ne posso più di questa deriva sullo Street Food – che, poi, spesso è
solo un gran calderone che raccoglie un po’ di tutto dal caciucco alla
livornese (provatevi a mangiarlo camminando!) alla pizza napoletana – deriva
che è tutt’uno con quella che ci sta portando ad alzare bandiera bianca per la
saturazione da hambuger gourmet. Detto ciò a Roma il 13 Ottobre 2013 si è
consumata un' overdose di iniziative di tipo eno-gastronomico che già la metà
sarebbe bastata. La popolazione foodies della capitale si è divisa – ma
qualcuno ha anche cercato di saltare da una all’altra – essenzialmente tra In
Food alle Officine Farneto e Street Food in Circolo organizzata da Sarti del Gusto al
Circolo degli Artisti. In entrambe le manifestazioni a farla da padroni erano stand
di ristoranti e laboratori vari con assaggi di cibi che se non di strada si
potevano comunque definire “da asporto”, ma da mangiare in loco, il tutto
condito da atmosfere musicali e goderecce varie. Noi abbiamo scelto
l’iniziativa al Circolo degli Artisti e direi che con il senno di poi
probabilmente abbiamo fatto bene e lo rifaremo in futuro. Innanzitutto a parità
di buon livello di partecipanti con qualche accostamento bizzarro per qualità
in entrambe – per fare qualche esempio alle Officine Farneto c’erano Romeo Chef
& Baker e Porto Fluviale, mentre al Circolo degli Artisti Bonci, No.Au.,
Ombre e Cicheti e Vice, insieme ad un paio di pasticcerie e friggitorie
sconosciute – alle Officine si pagava un biglietto di ingresso (6 euro), si
stava al chiuso e con pochi posti per sedersi e, leggo, che la calca è stata
tremenda. Invece al Circolo, memori di una prima esperienza a Maggio
l’organizzazione era scorrevole ed efficiente, i piatti più economici, i posti
a sedere anche all’aperto tanti e gradevoli (c’è anche un bel giardino per
eventuali bambini scorrazzanti) e, soprattutto, non c’era un biglietto di
ingresso. Certo per foraggiare l’organizzazione da bere c’era solo birra
Peroni, ma per una volta si può sopravvivere. In compenso da mangiare c’era
solo l’imbarazzo della scelta tra i buonissimi cous cous di Food on the Road,
le tapas di Toros y Tapas, i cicheti di Ombre e Cicheti, i piatti messicani de
La Cucaracha, le zuppe di Aromaticus, le tielle di Sapori di Gaeta, i
trapizzini di 00100 e molti altri. Ogni piatto costava tra 1 e 5 euro e
francamente ne valeva veramente la pena.
venerdì 18 ottobre 2013
Iniziative romane - Taste of Roma anno secondo
Secondo
anno di Taste of Roma sempre nella deliziosa cornice dei giardini pensili dell’Auditorium
e sempre dal giovedì sera a domenica sera, passando per i pranzi. Che dire?
Rimane una bella manifestazione, un’ottima occasione per assaggiare i piatti
dei grandi chef di stanza a Roma – quest’anno anche una piccola rappresentanza
di giovani chef di altre città – tra cui numerosi stellati spendendo tra i 5 ed
i 6 euro a piatto. La “piccola” nota stonata del biglietto di ingresso che a
prezzo pieno sarebbe addirittura di 16 euro è purtroppo rimasta, ma bisogna
dire che quest’anno giravano in rete numerose opportunità di ingresso a prezzo
ridotto o addirittura gratuito (la prossima volta tenete d’occhio i concorsi di
Dissapore e Scatti di Gusto e le offerte di Splendor Parthenopes e
Cartaperdue). Per contro il prezzo dei piatti è rimasto invariato ed alcuni
ristoratori hanno forse compreso meglio i tempi che corrono ed hanno creato
porzioni praticamente simili a quelle normalmente servite al ristorante.
Quest’anno ci sono state alcune vistose assenze, tra cui Pipero al Rex e Kodaro
Nota del Magnolia, però la manifestazione ha potuto contare sulla presenza di
Heinz Beck de La Pergola che si è dimostrato, come prevedibile per chi un po’
lo conosce, non solo lo chef più fotografato e ricercato, ma anche uno dei più
presenti in cucina e gentili. Nino ha seguito qualche buon mini corso di cucina
e show cooking, mentre io ho essenzialmente mangiato e anche questa volta
qualche straordinaria perla gastronomica c’è stata: l’anno scorso il mio premio
era andato alla tartare di oca in cialda di Pipero, mentre quest’anno credo che
il dolce proposto dal sempre validissimo Francesco Apreda dell’Imago all’Hassler abbia
battuto qualunque altra proposta. Ricordo di uovo allo zabaione con granita di
orzata e crumble al caffè…perfezione assoluta nell’equilibrio dei sapori, pulizia
e freschezza finale del palato per un dolce proposto in dose non minima e dagli
ingredienti importanti….da standing ovation. Ma buone anche tante altre
proposte dalla Bowerman di Glass al Mirabelle. Deludente il piatto provato di
Arcangelo Dandini. Fantastici i panini al pastrami e con hamburger umami
offerti dall’Ape di Romeo Chef & Baker.
Personalmente
suggerirei agli organizzatori un po’ più di coraggio e varietà nella scelta dei
fornitori degli stand di gastronomica che a volte rasentavano il livello da
sagra di paese.
Inevitabile
la folla di food blogger-groupie degli chef più in vista, qualche notabile
dalla prima all’ultima Repubblica ed aspiranti partecipanti al salotto di turno,
ma il risultato finale tutto sommato non tradisce il progetto di far avvicinare
il grande pubblico all’alta cucina. E a questo proposito valida anche l’offerta
via mail seguente alla manifestazione di sconti su cene e corsi di cucina in
luoghi sponsor di Taste.
All’anno
prossimo!
domenica 6 ottobre 2013
Tarquinia - Gradinoro
Mangiare in riva al mare in una giornata di inizio autunno può avere il suo fascino e forse può essere un modo interessante per sperimentare questo locale che, però, dà sicuramente il meglio di sé nelle serate d'estate, visto che è all'interno di uno stabilimento balneare e si può mangiare all'aperto a pranzo e a cena con i piedi quasi nella sabbia e sole o stelle sulla testa. Detto ciò non bisogna aspettarsi un ristorante alla buona, stile mensa da mare, ma piuttosto un locale abbastanza elegante, forse anche un po' pretenzioso e caruccio. La cucina è, ovviamente, di pesce con piatti abbastanza tradizionali e piccole punte di creatività. Sicuramente la materia prima è ottima, ma il conto finale (che rischia di superare i 50 euro a testa) è decisamente troppo alto per giustificare il viaggio, soprattutto se a qualche primo e secondo di buona fattura si affiancano fritti pastellati unti e molto probabilmente congelati. Bonus a parte per l'estrema gentilezza con cui sono accolti i bambini. A Tarquinia si può andare per il mare, per la città rinascimentale e per i bellissimi scavi etruschi: Gradinoro non è probabilmente un motivo valido per una visita.
Tarquinia - Gradinoro - Lungomare dei Tirreni, 17 tel. 0766/864045 www.gradinoro.it
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