sabato 4 aprile 2015

The Corner


Fabio Baldassarre lo conosciamo da molti anni: per me e Nino il suo l’Altro Mastai in Via dei Banchi Vecchi ha rappresentato il primo ristorante di alto livello dove abbiamo mangiato. Era un gran bel posto e fu un peccato che a Roma il giovane Baldassarre non abbia più trovato una buona opportunità. Per noi sono ricordi preziosi e così sapere che questo chef conosciuto quando stava iniziando a creare la sua idea di cucina quasi stellata – e in un’epoca pre Masterchef – aveva avuto poi avuto un gran successo a Milano è una cosa che ci ha fatto molto piacere e ci ha rimpeiti di orgoglio quasi fosse merito nostro. Ad essere sinceri alla fin fine non è che il Baldassarre a Milano sia entrato nel gotha degli chef di sostanza, ma piuttosto in quello dei cuochi trendy. Ma tant’è. Chiaramente quando abbiamo saputo che rientrava a Roma per rilevare il ristorante di un nuovo, delizioso boutique hotel su Viale Aventino ci siamo subito precipitati. Giusto per avere la dimostrazione che non si dovrebbe mai ripercorrere strade già battute o indulgere alla nostalgia del passato. Che non ritorna. Tutto ciò per dire che il ristorante è una enorme occasione mancata, che lo chef è tronfio, imbolsito e arrogante e si è totalmente adagiato su non si sa quali allori. Di fatto questi sono costituiti essenzialmente dalla location indubbiamente molto gradevole: sala interna stile serra d’inverno, incantevole terrazza esterna con zona cocktail sotto gazebo in vetro colorato. Per il resto un menù estremamente scontato con tutti i classici stereotipi del gourmandismo d’accatto e piatti preparati senza alcun guizzo o particolare cura. Tutto molto banale e privo di cuore e anche con qualche svarione nelle cotture. In compenso il conto finale vira allo stellato e questo a pochi passi dalla geniale modestia di  Stazione di Posta o di altri straordinari chef che operano a Roma fa veramente girare le scatole. Ma per avere un’idea del personaggio – che esce in sala e gigioneggia senza alcun interesse per la sua stessa cucina – vi racconto che dopo una cena estiva siamo tornati invitati da parenti per il brunch del primo dell’anno. Da brochure doveva essere un mega buffet alla modica cifra di 50,00 euro (la cena del 31 dicembre aveva un costo non distante da posti ben più blasonati). Mia madre ha prenotato il 31 stesso e le è stato confermato il brunch. Ma il 1° gennaio a pranzo di questo non c’era traccia: avevano deciso all’ultimo momento che c’erano troppi pochi prenotati e non gli conveniva (testuale giustificazione della cameriera!). Quindi solo pranzo alla carta per un conto finale molto superiore ai 50 euro ed una soddisfazione non dissimile da quella della cena estiva, cioè scarsa. A coronamento dell’esperienza lo chef è poi arrivato, ha scherzato sull’accaduto e non si è degnato di scusarsi neanche con un gesto simbolico tipo piccolo sconto o dolce. Che dire, neanche il caffè o la pasta del bambino! Peccato che ci siano ancora cuochi che si accontentano di guadagnare quattro soldi giocando sull’apparenza e che c’è chi si fa ancora turlupinare da questi personaggi buoni giusto per la televisione, quando per la medesima cifra o anche meno si possono avere esperienze gastronomiche meravigliose (vedi Bistrot 64). Mai più.
The Corner - Viale Aventino, 121  t. 06/45597370

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