martedì 31 gennaio 2012

Pizzarium

Come chiamare questo buchetto a due passi dalla fermata della Metro Cipro? Per me è un tempio, ma in giro si leggono critiche di incompetenti devastanti che si lamentano perchè non hanno trovato la pizza marinara!  Quando a Roma ci sono eventi enogastronomici, all'ora di pranzo siete sicuri di trovare qui tutti i gastronauti che passano a fare un saluto al patron Gabriele Bonci e stanno buoni buoni in fila per ingurgitare porzioni abnormi di pizza al taglio, come se la sera stessa non dovessero andare in chissà quale ristorante stellato! In una puntata di un suo nuovo programma il cuoco, scrittore, viaggiatore gastronomico Anthony Bourdain si è affidato alla follia di un Bonci praticamente ubriaco per capire meglio la pizza e orientarsi nella cucina romana. Le sue collaborazioni con Slow Food ed altre associazioni sono numerose, ma alla fine lo trovate sempre al suo posto a sfornare e condire meraviglie. Insomma, chi ci capisce lo ama, gli altri mangino pure altrove. Per chi non c'è mai stato: è una pizzeria a taglio aperta dalla mattina ad inizio sera, minuscola e priva di posto all'interno. Mettete in conto anche mezz'ora di fila nelle ore di punta per dover poi mangiare in piedi e maledire il momento in cui non avete aspettato l'ennesima uscita che ora vi costringerà a rifare la fila daccapo. Se cercate pizze normali e facili, basse e con condimenti usuali, lasciate perdere. Qui l'impasto di incredibile qualità serve per sorreggere un numero pressocchè infinito di proposte dettate dalla fantasia del folle ed enorme Bonci: lui dice che non mette mai più di tre ingredienti, ma a me a volte sono sembrati di più. Il punto è che si va dal fois grois e tartufi, alle alici cotte o crude con super mozzarella di bufala, fino a preparazioni con jamon iberico o verdure insolite preparate in modi ancor più insoliti. I prodotti sono tutti di grande qualità e va messo in conto che anche un pezzo piccolo di pizza alla fine pesa un bel pò ed il prezzo non è, ovviamente, quello della margherita sotto casa. Insomma è un posto dove vale la pena andare e tornare spesso per provare le novità, sempre stagionali. Da bere ottime birre artigianali e in vendita anche pane che non ho mai provato, ma che dicono sia eccezionale e che come quello di una volta non secca per una settimana intera.
Pizzarium - Via della Meloria, 43 tel.06/39745416

lunedì 30 gennaio 2012

Andalo - Hotel Negritella,Acqua In e dintorni

Recensione in presa diretta, nel senso che siamo in settimana bianca ad Andalo, ospiti dell'Hotel Negritella. Quindi recensione collettiva su vari aspetti dell'ospitalità della zona.
Cominciamo dal paesino: sicuramente in Trentino un'ottima location per sciare, soprattutto con i bambini. 23 piste ad Andalo ed altre nella vicina Fai della Paganella, di diverso livello e per lo più collegate con comode cabinovie e seggiovie, quindi niente scomodi skilift. Ovviamente un numero elevato di scuole di sci e varie opzioni di avvicinamento alla neve per bambini anche piccolissimi. La cittadina è tutta un albergo ed un negozietto: non è antica, ma sicuramente è molto animata e confortevole e ci sono ben 4 linee di autobus gratuiti che la percorrono in lungo e in largo (ma il loro passaggio ogni 20 minuti ha delle defaillance). Per ogni skipass di un adulto quello di un bambino entro gli 8 anni è gratuito. Il paese offre tantissime attività oltre allo sci: ciaspolate, sci di fondo, arrampicate, escursioni, enorme pista di pattinaggio, attività per bambini, maneggio, piscina....Nella settimana corrente, di fine Gennaio, manifestazione eno-gastronomica "Taste Week" con tante iniziative gratis o a poco di degustazioni, cene e laboratori, per scoprire meglio i sapori del territorio.
E veniamo all'Hotel Negritella: tipico hotel 3 stelle a conduzione familiare (Famiglia Fellin) da poco ristrutturato e con una nuova ala; niente spa o piscina, ma ampi spazi comuni molto accoglienti ed un mini e junior club molto attivo, perfetto la mattina per i bimbi non sciatori e soprattutto per i lunghi pomeriggi post sci. Attività anche per non sciatori. Come spesso avviene in Trentino e a differenza dell'Alto Adige l'animazione sia adulti che bambini è "appaltata" a professionisti non del luogo il che rende il tutto un pò anonimo e stile Rimini: peccato, perchè questi posti vanno raccontati da chi li vive e li ama. Ma in inverno la cosa ha meno importanza perchè alla fin fine il senso è sciare e la numerosa famiglia Fellin è onnipresente in ogni altro servizio dell'albergo, discreta e molto solerte, a cominciare dal famoso - si parla molto di lui nei commenti su Tripadvisor - nonno Vittorio di 80 anni...da vedere. I pasti sono serviti a self service: il vantaggio è la celerità e l'ampia scelta,. Ovviamente non è alta cucina, ma onesto cibo del territorio. Dolci e prima colazione un pò industriali e poco indigeni (niente speck o marmellate fatte in casa). Una sera a settimana cena di gala, ma sempre al buffet. Tanti pensierini carini: in stanza omaggi di biscotti, spumante, ciccolatini. Stanze abbastanza ampie e confortevoli con molto legno e bei balconi (ora innevati). Insomma una buona sistemazione soprattutto se si viaggia con bambini e direi piuttosto conveniente: adesso è bassa stagione e i bambini fino agli 8 anni non pagano; la mezza pensione in tre per una settimana non supera i 770,00 euro.
Andalo offre un Palacongressi con enorme spazio sportivo che comprende una parete da arrampicata, grande pista di pattinaggio sul ghiaccio, un maneggio, campi da tennis e calcio e AcquaIn uno spazio con piscina olimpionica e piscina con idromassaggio e area bimbi e un centro benessere di 1.200 mq. con varie saune, percorso kneipp, spazi esterni, aree relax, ghiaccio e quanto altro la tradizione nordica offra sotto il profilo saunistico. Ovviamente possibilità di numerosi trattamenti benessere ed estetici. Ma ciò che è bello è che qui come in Alto Adige, Austria e Germania, la tradizione della sauna è amata e rispettata: quindi tanti locali affollano le saune, vecchi e giovani, per interi pomeriggi e l'ingresso alla zona è rigorosamente senza costume. Ergo si gira tutti nudi, uomini e donne, in una promiscuità che non ha nulla di morboso o sessuale e permette di riassaporare il valore del rapporto con il corpo come bene da amare e curare in quanto tale. La cosa, ovviamente, scoraggia l'ingresso di gran parte dei villeggianti di tutta l'Italia da Trento in giù: meglio per chi come noi, invece, apprezza questa possibilità di vivere la sauna per ciò per cui è nata.
Ultima menzione per il Rifugio La Roda a 2125 mt. sul Monte Paganella: ci si può arrivare anche senza sci con una cabinovia ed una seggiovia (ed un pezzettino facile facile a piedi) e merita. Vista spettacolare sui monti fino al Lago di Garda, possibilità di un semplice panino o di un buffo aperitivo con ostriche e musica a palla, ma soprattutto ottimo ristorante all'interno del rustico rifugio. Prodotti del territorio di grande qualità - polenta di storo, tante preparazioni con formaggi, funghi, selvaggina - cucinate in modo non banale, quasi da alta cucina. Vale la pena.
Hotel Negritella - Andalo Via Paganella, 32 tel. 0461/585802   http://www.negritella.it/

domenica 29 gennaio 2012

A' Ciaramira

Mi smentisco da sola: alla fin fine qualche indirizzo interessante la Trastevere dove vivo ce l'ha, ma è dura discernere. Per esempio questo ristorante: pur avendolo sotto casa e avendo letto qualche recensione non male, non l'avevo ancora provato e sono serviti un paio di coupon dei vari gruppi di acquisto per sperimentarlo. E direi che ne valeva la pena, anche se forse a prezzo pieno finirò sempre per scegliere qualcosa di altro. Ristorante piccolo ed elegantino nel centro di Trastevere con una buona cucina di pesce ed alcuni piatti a kilometro zero tipicamente romani. Sono aperti da molti anni e non mi è chiaro perchè abbiano voluto farsi conoscere anche attarverso la formula Groupon e simili che rischia di far scadere la fama, però le proposte sono eccellenti ed il pesce è molto fresco. Ho amato molto i paccheri di Granano con farcia di baccalà alla vicentina con mozzarella di bufala e cipolle rosse. Di recente si erano rifatti il look e avevano anche abbassato un pochino i prezzi, ma comunque rimane un posto da una quarantina di euro a testa per un pasto completo. Nota dolente, ma tipicamente romana, la poca cordialità se si hanno bambini - peraltro anche calmi - a cominciare dalla telefonata di prenotazione in cui viene chiesto con ansia quanti anni hanno e lo sguardo continuo al nostro tavolo come se avessimo una bomba ad orologeria....sono sgradevolezze che accadono solo nella capitale. Aperto solo la sera.
A' Ciaramira - Via Natale del Grande, 41/42  tel.06/5881670   http://www.aciaramira.it/

Bir e Fud

Qui siamo veramente nell'ambito dei posti  che, pur non essendo esenti da difetti, sono tra i miei "best of". Il locale ce l'ho quasi sotto casa ed è stato il primo e finora unico locale a considerare Trastevere non solo una terra di conquista di turisti con menù di finta cucina romana precotta - fa eccezione "Glass", di cui presto parlerò, ma è un altro livello -, ma anche un posto adatto per esprimere un sogno e fare un pò di sperimentazione. E in questo caso la sperimentazione riguarda un locale giovanile dove si preparano ottime pizze con lievito madre vecchiotto e farina del Mulino Marino, abbastanza altine con condimenti sia tradizionali che originali, fritti molto particolari e altre divagazioni che cambiano di giorno in giorno. Non c'è pasta. Il tutto abbinato con ciò che da il vero senso al locale, cioè le birre artigianali italiane, sia alla spina che in bottiglia, dei migliori produttori, tutti amici personali dei proprietari di Bir e Fud. Che sono gli stessi del pub che si trova nella stessa strada il "Ma che ce siete venuti a fà" che offre solo birre artigianali straniere, del Bir e Fud negozio di birre e gastronomia in zona Marconi e del negozio "Domus Birrae" di Via Cavour che vende tutto ciò che serve per fare la birra in casa più le solite ottime birre artigianali. Insomma sono dei fissati! E va bene così perchè di birre ci capiscono veramente ed i loro indirizzi sono il posto giusto per iniziare a capirci anche noi qualche cosa, anche grazie a frequenti eventi di degustazione (non mancate all'annuale evento con le birre di Natale) spesso affidati al migliore esperto di birre italiano, il mitico Kuaska e la sua corte di giovani nerd birrai. Gente strana, ma capace di far ricredere una come me che vedeva la birra solo come una "pipì gassata e alcolica" e che oggi quasi quasi sa fare la birra in casa (ma non mi azzardo!). Alcune criticità del Bir e Fud: è sempre pieno, quindi ricordatevi di prenotare e mettete in conto un certo caos. Altra questione è che da quando il locale è aperto si è forse un pò adagiato sugli allori, almeno per la parte gastronomica: la carta dei cibi è la stessa di 6 anni fa e i fuori carta scritti sulle lavagne sono ormai più dei piatti in menù. Nel tempo hanno cambiato varie collaborazioni gastronomiche (da Bonci a Roscioli e vari cuochi di fama), ma evidentemente qualcosa non è andata per il verso giusto e non si trova ancora una linea ed una mano ferma, il che vuol dire alcuni piatti molto buoni ed interessanti e qualche stupidaggine. I dolci, poi, tranne un radioso momento di collaborazione con Cristalli di Zucchero, non sono mai stati il loro forte. Ma alla fine è un posto che si fa amare per la cordialità, il buon cibo e le straordinarie birre e per la location, per una volta in zona "sanpietrini" e quindi con passeggiata finale smaltiscialcool. Servizio molto giovane e veloce; buona accoglienza per i bambini ed ottime patatine fritte a sfoglia artigianali con cui fare anche un semplice aperitivo. Aperto solo la sera.
Bir & Fud - Via Benedetta, 23 tel. 06/5894016   birefud.blogspot.com

venerdì 27 gennaio 2012

Sense of Wine

Lo avevo scritto nella premessa: di vini non capisco nulla. Non tanto per le capacità degustative - chè mio il palato credo sia buono sia per il cibo che per il vino - quanto perchè l'alcool mi da fastidio allo stomaco, quindi dopo poco devo smettere di bere. Di fatto sono una quasi astemia che si picca di degustare i vini. E' in questo dissidio con me stessa che frequento qualche degustazione o manifestazione di vini: per lo più cerco di rimpinzarmi di crostini e di arraffare assaggi dai banchi gastronomici! Questa è stata la prima volta che siamo stati alla manifestazione Sense of Wine organizzata il 26-27-29 Gennaio al Palazzo dei Congressi all'Eur da un volpone del mondo enologico di nome Luca Maroni. Bene bene non so chi sia, ma a giudicare dal suo sito e dal soggetto visto oggi, nonchè dalla miriade di pubblicazioni, direi che è un professionista della moda dei vini, molto ben ammanicato a livello politico. Conforta, però, sapere che iniziò lavorando con Veronelli. Detto ciò l'iniziativa è pregevole: numerosi banchi di degustazioni di vini di molte ed interessanti cantine di tutta Italia. Particolare l'assenza della Sardegna e la scarsa presenza di vini piemontesi a fronte di altre regioni meno vocate. Comunque un'ottima occasione per assaggiare qualche novità piacevole, magari da cercare in enoteca. Inoltre banchi di olii, chanpagne, meravigliosi aceti tradizionali di Modena, salumi italiani e spagnoli. Il tutto in una bella cornice e, alle 16.00 di un venerdì pomeriggio, con non troppa gente. La cosa più bella di queste manifestazioni è l'occasione di parlare con i produttori: che siano di vino o aceto poco importa, è bella la passione, la competenza, la sapienza che mettono nel loro lavoro a contatto con materie prime eccezionali e l'amore per la divulgazione che li porta a raccontare mille volte con la medesima carica le stesse cose a te, profano qualunque, come al massimo esperto del settore. Nota a margine: ecco un'occasione in cui Groupon si rivela indubitabilmente una buona risorsa, con un coupon per il biglietto a metà prezzo.

mercoledì 25 gennaio 2012

Food on the Road

Avevo detto che non dovevo fare pubblicità a nessuno: in questo caso ammetto di conoscere personalmente le gestrici del locale, ma devo dire che è del tutto casuale e la recensione è fatta nella più totale onestà delle mie papille gustative che hanno provato più volte le proposte di Food on the Road. Questo non è nè un ristorante nè un normale catering per feste e simili. Si tratta di un esperimento aperto da circa un anno e ormai molto ben avviato frutto della fantasia e del coraggio di due donne imprenditrici che hanno deciso di "buttarsi" nel settore della ristorazione partendo da un concetto molto semplice: è possibile mangiare bene, con prodotti di alta qualità (è praticamente tutto bio e filiera corta), rimanendo in ufficio, senza spendere un capitale? A giudicare dal risultato sembra di sì. L'offerta spazia da panini con originali proposte - dalla guancia brasata con salsa di sedano alla pita con friggitelli e spaghetti di calamaro, ma c'è anche un più semplice petto di pollo di alta qualità - a vellutate originalissime (le mie preferite, anche in formula mezza porzione), insalate, dolcetti, birre artigianali e succhi bio. Il tutto vi arriva comodamente a casa o in ufficio per un ordine minimo di 16 euro (più 2 euro di spedizione) entro due ore dalla telefonata, almeno in parecchi quartieri di Roma, sennò dovete chiamare il giorno prima. Le confezioni sono già di per sè un programma: tutte scatole e accessori di grande gusto e bio compostabili. Le dosi non sono pantagrueliche, ma saziano ed il cibo è così buono che vorrete provare tutte le ricette. Ma la vera sorpresa è il costo che non si allontana molto da quelli di prodotti preconfezionati ed industriali. Nessun piatto costa più di 7 euro e la gran parte molto meno. Barbara e Daniela sono a disposizione anche per catering aziendali e familiari più elaborati, feste per bambini e quanto altro la fantasia possa suggerire. Altra originalità: il laboratorio è aperto e visitabile tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle 18 e si trova in una stradina famosa a Roma non certo per le virtù dei suoi abitanti...ma è proprio da scelte come questa che può cominciare il riscatto di un quartiere.
Food on the Road - Via Monte delle Capre, 33 c/d tel.06/94537211   http://www.foodontheroad.eu/

martedì 24 gennaio 2012

Hammam Acquamadre

Nel mare magnum della moda per gli hammam e spa varie non ci sono storie: a Roma questo è l'unico vero hammam. Gli altri sono magari centri bellissimi con zone spa eccellenti e trattamenti esotici e simil marocchini-hawaiani-thai e quanto altro, ma questo è l'unico luogo che ricorda un vero hammam marocchino o turco. Il punto non è la bellezza del posto: sono stata in altri "hammam" romani anche più belli e sofisticati, ma lo stile rimane quello di un centro benessere dove i passaggi da sala a sala e le attività sono scandite dal tempo della struttura e non dal proprio e dove gli scarti di temperatura non sono mai del tutto corretti. Chi è stato in nord Africa o in Turchia sa che invece un hammam  è una struttura grande, priva di inutili esotismi e piena di aria. Qui, tra i marmi riscaldati e le voci sommesse, il tempo deve rimanere sospeso tra le gocce di umidità...Acquamadre è un hammam architettonicamente molto bello con alte volte a mattoncini ritrovate in un antico palazzo del Ghetto ebraico. La sala tiepida è spaziosa con larghe panche in marmo caldo ed è piacevole rimanere tutto il tempo che si vuole tra le secchiate di acqua e il lavaggio fai da te con sapone all'olio di oliva. Quando si è pronti si affrontano alcune soste nella piccola sala calda per poi farsi togliere tutte le impurità dal corpo con il guanto kassa da una signora non certo turca, ma comunque molto abile. Il punto è che il percorso non ha un tempo stabilito e si può sostare quanto si vuole. Prima di uscire c'è anche una bella vasca di acqua fresca e poi il rito della tisana in una bella sala relax. Niente fretta, niente ansie: si entra dentro e non ci si accorge che sono passate ore e quando si esce ci si sente un pò assenti alla realtà. Volendo sono disponibili anche massaggi vari, ma non sono il punto di forza della struttura. E come un vero hammam anche il prezzo non  è alto: certo costa più che ad Istanbul, ma rispetto a spa anche più titolate, 50 euro per un percorso completo (più 10 euro la prima volta per l'acquisto delle ciabattine e del guanto) è quasi un prezzo popolare. Proprio perchè veramente fedeli al modello qui non si possono organizzare come in tanti altri posti feste o addii al nubilato con cene o altro. Niente danza del ventre e simili e neanche coupon vari, non ne hanno bisogno. Sono chiusi il lunedì e durante la settimana due giorni sono per le donne e tre per uomini e donne insieme. Un consiglio alle signore: se andate da sole nei giorni al femminile superate l'imbarazzo e non mettete il costume (c'è comunque l'asciugamano), come del resto si usa in Turchia e in qualunque sauna da Bolzano in su. Ci guadagna la salute (l'umidità non si sposa bene con le fibre sintetiche e i funghi sono frequenti) e soprattutto la sensazione di libertà.
Hammam Acquamadre - Via di S. Ambrogio, 17 tel.06/6864272   http://www.acquamadre.it/

Brasserie 4:20

Questo posto doveva stare nel capitolo su Monteverde e dintorni, o anche nel prossimo capitolo birraio. Invece viene fuori così a se stante...nel caso non vi raccapezziate più tra i post c'è la legenda al lato con l'elenco in ordine alfabetico dei locali che linka ai post relativi. E veniamo al nostro. Si tratta di un pub-brasserie serale che propone birre alla spina ed in bottiglia di alta qualità, tutte artigianali o comunque molto particolari e rigorosamente straniere (soprattutto belghe, inglesi ed americane). Qui non si beve altro, al di là dell'acqua, quindi se volete succhi di frutta, cocktail o coca cola andate altrove. Ad accompagnare le birre cibo non banale: barbecue alla birra, primi e dolci con aromi di birra. Il locale ha una sala piuttosto scura al piano terra ed una piacevole terrazza che funziona opportunamente riscaldata anche d'inverno. Molto frequenti festival di birre particolari con BBQ (deliziose le salse fatte in casa) anche il sabato a pranzo. Leggendo qua e là ho visto che spesso ci si lamenta di un servizio non molto veloce: noi che andiamo sempre per primi e andiamo via per primi - causa Cesare che mangia patatine e costolette, ma non beve birra - non abbiamo mai avuto problemi. Comunque il locale è ottimo anche come dopo teatro perchè chiude tardissimo e non ha giorni di riposo. Personalmente apprezzo più le birre artigianali italiane che quelle straniere, ma qui ho imparato a capire qualcosa di alcune birre belghe ed americane ad altissima gradazione, invecchiate e barriccate, che difficilmente potete trovare altrove. 
Brasserie 4:20 - Via Portuense, 82 tel. 06/58310737   http://www.brasserie420.com/

Ombre e Cicheti

Amo molto Venezia e ci sono andata innumerevoli volte (ricordo un incredibile 18° compleanno tutta sola a girare per la città mangiando per bacari e il povero Cesare a soli 6 anni c'è già stato 2 volte....). Il cibo veneziano è molto bistrattato a Venezia a causa del drammatico degrado turistico in cui da anni versa qualunque cosa abbia sede nella laguna, ed è del tutto sconosciuto fuori Venezia. A Roma, poi, non rcordo un ristorante che neanche lontanamente si ispirasse alla cucina veneta....fino a che non ha aperto Ombre e Cicheti. Location originale in una stradina nascosta a pochi metri da San Pietro. Dico subito che è un posto che amo molto, anche se il rapporto qualità/prezzo non è perfetto. Si tratta di un vero bacaro come si trovano a Venezia, posti dove si può entrare anche solo per bere un'ombra, cioè un bicchiere di vino o uno spritz accompagnato da un cicheto, cioè qualche assaggino caldo e freddo (siamo molto vicini alle tapas spagnole), come sarde in saor, baccalà mantecato, polpette di carne fritte, pesciolini fritti e in saor, zucca in saor...se non vi piace il saor, cioè l'agrodolce all'aceto, vi vedo male. Ma il bacaro è anche un ristorante con una bella carta molto tipica: bigoli in salsa (di acciughe e cipolle: meraviglioso piatto!), baccalà mantecato con polenta, in inverno zuppe con carne e cavolo. Si bevono buoni vini o un'ottima birra artiginale veneziana. Dolci zaleti finali o crema al ramadolo. Il conto veleggia sui 30-40 euro per un pasto completo. Ma si può venire per un semplice aperitivo e il giovedì ci sono quasi sempre menù fissi con portate particolari a massimo 25 euro e la compagnia di buona musica dal vivo o di uno spettacolo (non perdete il Mago Dorian!). Da poco si stanno collegando a Slow Food e faranno sempre più iniziative cultural-culinarie. Per chi ama il genere due volte l'anno vanno a prendere a Venezia le moeche, piccoli granchietti che solo in due brevi periodi l'anno hanno il carapace così tenero che si mangiano tutti interi dopo una leggera frittura....lo so, non è molto bello a dirsi ed è poco animalista, ma è molto buono. Aperto solo la sera.
Ombre e Cicheti - Via del Lago Terrione, 18 tel. 06/633280   http://www.ombreecicheti.it/

Spa 4YOU Atahotel

L'Atahotel di Villa Pamphili è un albergone anni '70 fuori dal centro storico cui da romana non mi sarei mai avvicinata se non fosse stato per i coupon dei famosi gruppi di acquisto. Nella premessa/presentazione ho fatto un vago riferimento a questa mia passione: più precisamente si potrebbe parlare di una vera dipendenza...ma a volte si tratta effettivamente di offerte che permettono non solo di risparmiare per attività che altrimenti sarebbero state più costose (e anche di fare cose che non ci si sarebbe mai sognati di fare...quindi alla fine si spende di più...ma questa è un'altra storia!), ma anche di conoscere strutture altrimenti ignote. E' proprio il caso dell'Atahotel che dietro e dentro il suo aspetto da casermone per turisti nasconde alcune opportunità interessanti. Innanzitutto ha una bellissima piscina all'aperto immersa nel verde: l'accesso agli esterni è consentito solo la domenica se si prenota il brunch e il conto finale non è poco (l'estate 2011 il brunch costava 30 euro a persona e l'ingresso in piscina per tutta la giornata, ciabattine, sdraio, ombrellone e asciugamano compresi 25 euro), ma ne può valere la pena in una città dove spesso le piscine estive sono affollate e rumorose. Il brunch era molto buono, con grande varietà di piatti caldi e freddi, pesce, carne, primi e dolci, il tutto servito con bella apparecchiatrura e personale da hotel elegante però con anima - il maitre era molto cordiale, cosa rara quando si paga con un coupon - e la piscina è tranquillissima e molto piacevole. A disposizione, sole permettendo, anche un piccolo giardino con giochi per bambini. Menzione speciale per non aver fatto pagare un bambino di 6 anni nè in piscina nè al brunch. Ma la vera chicca è la Spa 4YOU: grazie ad un coupon irresistibile abbiamo avuto tre ingressi goduti appieno perchè merita. Nel panorama delle Spa di albergo a base di una tinozza Jacuzzi ed una sauna finlandese, questa rappresenta un bell'esempio di promessa mantenuta. Un bagno turco, una sauna finlandese ed una biosauna - cioè più fresca della sauna tradizionale.  Docce emozionali, ampia sala relax con chaise longue e tisane, ed un'ampia piscina tiepida con vari effetti idromassaggio. Gli ospiti esterni sono ben accetti e il costo non è alto (a Natale c'era un'offerta a 25 euro ad ingresso) e comprende ciabattine e asciugamano. Ampio spogliatoio riscaldato. Ovviamente il centro offre anche vari tipi di massaggi e trattamenti estetici, ma non ho provato. Unico neo la Spa si trova sotto terra, quindi niente luce naturale, ma solita luce soffusa di tanti led.
Spa 4YOU Atahotel - Via della Nocetta, 105 tel. 06/69646964  www.atahotels.it/villa-pamphili/spa/spa-cento-benessere

lunedì 23 gennaio 2012

Roscioli

Che gli vuoi dire a Roscioli? Intendo la bottega con annesso ristorante. Niente. Qui c'è poco da dire: materie prime ottime, piatti molto buoni, prezzi alti. Il tutto in location sanpietrino style in quel di Via dei Giubbonari, con pochi tavolini avvolti dalle note del jazz di sottofondo e dagli effluvi che provengono dal bancone formaggi e salumi. Io qui ci vengo quando sono in astinenza da Jamon Iberico de Bellota  - quello vero, invecchiato almeno 36 mesi, non quello di Lidl! -, ma in realtà il menù è noto per altri piatti che qui raggiungono l'eccellenza. La carbonara con uova di Parisi (15 euro), la cacio e pepe (12 euro), le carni di razza piemontese e chianina, i crudi di pesce, i tartufi. E a chi piacciono formaggi da tutto il mondo. Essendo anche un'enoteca i vini sono all'altezza delle aspettative, anche al calice. A pensarci bene alcuni piatti non sono poi così costosi, ma alla fine tra una cosa e l'altra il conto è salato. Il punto è che non è un vero e proprio ristorante, non si viene a mangiare qui per l'atmosfera e neanche tanto per lo chef, quanto per i prodotti usati che sono insuperabili e che, volendo, in buona parte sono acquistabili al banco. Nel periodo natalizio c'è un panettone esagerato, sia per prezzo che per bontà.
Se poi si vuole rimanere sulla qualità, ma con un altro tipo di scontrino, allora basta girare l'angolo e si incontra su Via dei Chiavari il forno Roscioli per pizza sempre calda croccantissima, dolci da forno molto buoni e a pranzo alcuni piatti romani. Pochissimo posto per sedersi o anche solo stare in piedi.
Roscioli - Via dei Giubbonari, 21 tel. 06/6875287   http://www.salumeriaroscioli.com/

Gelateria Neve di Latte

Ermanno Di Pomponio è un pazzo: questo va detto subito. E per fortuna ha trovato la sua autocura nel fare gelati come, a quanto racconta, facevano già i suoi genitori. Problemi di imprinting familiare, evidentemente. Fino all'anno scorso questo folle aveva una gelateria-gioiello in una stradina in zona Baldo degli Ubaldi: da solo preparava gusti inarrivabili per sapore, qualità delle materie prime e prezzi. Noi ci siamo andati due volte ed è stata un'esperienza: pagare qualcosa come 50,00 euro al chilo - anche la coppetta veniva pesata - un gelato e doversi sorbire anche le logorroiche spiegazioni del tipo non era una cosa facile da digerire, ma ne valeva la pena. Un gelato unico. Poi il pazzo ha chiuso e qualcuno temeva che avessero chiuso anche lui da qualche parte. E invece no: come una fenice è risorto in un localino molto carino con anche un pò di spazio dentro per mangiare in santa pace il gelato, proprio davanti il Maxxi in zona Auditorium. E questa volta è aiutato al bancone da una gentile ragazza che sembra sopportarlo. Il gelato ha toccato un pò più terra in quanto a prezzo (anzi: la coppetta media è enorme, contiene tre gusti e costa solo 3.00 euro, panna compresa), ma la qualità sembra inalterata. Uova di Parisi, acqua minerale del Trentino, nocciole e cacao veri...insomma un sapore delicato, una consistenza naturale, nè troppo pannosa nè troppo acquosa. Niente gusti strani, solo alcune creme tradizionali e qualche frutto; non vi aspettate i colori e i sapori ecessivi di certo gelato industriale: quelli li danno solo le polverine. Qui si viene per un gelato sincero e folle come il suo artigiano.
Neve di latte - Via Luigi Poletti, 6 tel. 06/3208485  

Antica Focacceria San Francesco

Nel Settembre 2006, con Cesare di un anno e mezzo, abbiamo fatto una bellissima vacanza on the road in Sicilia. Non parliamo proprio di come è bella questa isola e di come si mangia: cose da lacrime agli occhi. L’unico neo fu scoprire che a Palermo i primi di Settembre equivalgono a Ferragosto pieno e quindi molti ristoranti risultavano ancora chiusi. Così "ci toccò" mangiare per diverse volte in uno dei pochi indirizzi validi della città che sembra non chiuda mai, l’Antica Focacceria San Francesco, storico locale della città sito in una bellissima piazzetta. In interni liberty e nei tavoli all’aperto che occupano buona parte della piazza si mangiano sia al self service che al tavolo le più famose pietanze della Palermo popolare. Cibo buono, buonissimo e anche politicamente corretto perché il gestore è stato varie volte vittima di intimidazioni e ricatti di mafia che ha pubblicamente denunciato. Una siciliana mi ha detto che per anni il locale è stato vuoto e mangiare lì era un vero e proprio atto di coraggio e resistenza civile. Complice un’alleanza con il Gruppo Feltrinelli l’Antica Focacceria ha aperto suoi locali in varie città d’Italia – c’è anche un corner all’aeroporto Fiumicino – e due settimane fa ha inaugurato un vero e proprio ristorante nel centro di Roma, nella rivivificata Piazza della Torretta alle spalle di Piazza San Lorenzo in Lucina. E ovviamente siamo subito andati a provare. Responso: della serie diamoli una seconda chance! Il locale non è molto grande e come a Palermo si divide in una parte interna dove si mangia alla carta con servizio e bei tavoli all’aperto dove di mangia dal self service. Sabato 21 gennaio alle 14.00 la folla era enorme e il caos eccessivo. Al self service ci sono pochi piatti: panelle, arancine, sfincioni, caponate, taboulè, crocchette di patate (a Palermo ci sono anche anellini al forno e altri piatti caldi). Tutti buonissimi, ma la fila è sfiancante. Il menù ai tavoli è vario e interessante, tutto incentrato sulla cucina popolare siciliana (poco pesce, per intenderci), però anche qui attese snervanti e piatti che passano tra le file. Ho sentito parecchie persone insoddisfatte per l'attesa e il cibo freddo. Anche il personale sembra del tutto impreparato. La cosa stupisce perchè i gestori non sono dei novellini e tutta la stampa ha parlato di questa apertura. Dicono che a breve faranno servizio al tavolo sia dentro che fuori, lasciando al take away solo poche cose: peccato per i prezzi che si alzeranno un pò, ma forse è meglio perchè lo spazio è veramente poco. In ogni caso la qualità è alta, anche a giudicare dalla quantità di siciliani presenti e vale la pena dare una e forse anche un'altra occasione.
Antica Focacceria San Francesco - Piazza della Torretta, 38 tel. 06/68308297

domenica 22 gennaio 2012

Monteverde e dintorni (Parte prima)

Non sono la sola a pensarlo, anzi è un mantra ripetuto ormai da tutte le guide. A Roma spesso l'amenità del quartiere non corrisponde ad una proposta adeguata di indirizzi gastronomici di qualità. Ci tornerò su in altri post su specifici ristoranti, ma il punto è che Trastevere, Testaccio, San Lorenzo, Monti o anche il famigerato Pigneto spesso hanno difficoltà ad avere più di uno o due locali di vera qualità e si perdono in un mare di banalità turistiche o, peggio ancora, gastrofighette.
Peccato.
Se invece avete voglia di scoprire alcune delle novità di maggior valore del panorama gastronomico capitolino - e anche alcune vecchie certezze - dovete decidere di impazzire alla ricerca di un posto auto nelle non proprio amene stradine residenziali di Monteverde, Pisana, Portuense. Qui è cominciata da tempo una piccola rivoluzione del gusto che non accenna a fermarsi e che sta contagiando altri quartieri dimenticati. Molti di questi indirizzi li ho ripetutamente provati, altri ancora no, ma conto di farlo presto (e, ovviamente, ne scriverò). Non troverete alcuni posti gastrofighetti tipo Momò, Fernanda, Brò...non ci sono stata e magari sono ottimi, ma sono prevenuta e per ora mi tengo il pregiudizio.

Le tre zucche - Via G. Mengarini, 43/45 tel. 06/5560758    http://www.letrezucche.it/
Probabilmente sono stati i primi a pensare di colonizzare un triste marciapiede di una strada senza interesse - se non per chi vi abita! - con un ristorantino di cucina creativa, ma di territorio, di buona, a volte buonissima qualità, a prezzi adeguati. E' un paio di anni che manco, ma ricordo una mano leggera e qualche piatto veramente interessante. Purtroppo ogni tanto lo chef tentava di volare più alto di quanto potesse e il risultato non era equilibrato. Forse un ristorante un pò "vorrei, ma non posso o almeno non del tutto", ma comunque perfetto per una cenetta romantica, ma di qualità. Per molto tempo hanno avuto un interessante menù degustazione stagionale a soli 26 euro: ho verificato che attualmente costa 35 euro, ma mi sembra comunque molto valido. Da ricordare che va preso obbligatoriamente per due persone (questa è una cosa che odio!). C'è un piccolo spazio all'aperto in estate: è sul marciapiede, ma da queste parti il dehor è una rarità. Aperto solo la sera.

L' Osteria di Monteverde - Via Pietro Cartoni, 163/165 tel. 06/53273887 http://www.losteriadimonteverde.it/
Tutti parlano e scrivono di loro - Roberto e Fabio -, sono entrati nella guida Slow Food 2012 dopo neanche un anno dall'apertura, iniziano a fare eventi con associazioni...è tutto vero! Questa trattoria minuscola, aperta a pranzo e cena, ha veramente sdoganato la buona cucina a prezzi incredibili in un angolo disgraziato della città dove prima potevi al più cercare un parcheggio in caso di visita all'Ospedale San Camillo. E i ragazzi sono anche giovani e simpatici. Dalla cucina romana doc, i cui piatti simbolo tra primi e secondi rimangono un must del menù, hanno cominciato a virare anche in altre direzioni più creative. Sempre con mano felice e con un rapporto qualità/prezzo che forse è al momento il migliore in città. Nell'ultima visita ho assaggiato delle "fettuccine Tokyo-Circeo" con frutti di mare e pesce crudo, trippa con porcini, maialino croccante con salsa di cachi, e panna cotta con zibibbo e pistacchi. Tutto buonissimo e abbondante. Chi ama i primi romani e le interiora credo che qui possa trovare piatti notevoli. Il tutto con maniacale attenzione per i prodotti bio, filiera corta e amenità del genere. Buoni vini in carta, anche al calice, ed anche birre artigianali. Sono finiti nel mirino nella recente intervista dell'autore di Mondovino che li loda per il cibo, ma li rimprovera per non avere in carta vini naturali: non me ne intendo, ma credo sia un'annotazione corretta per un posto che ha certe pretese e immagino ci penseranno su. Sbrigatevi a mangiarci prima che si rovini (spero proprio di no). Calcolate che con 30 euro si può fare una signora cena. Ma non dimenticate di prenotare perchè il locale è molto piccolo e sempre pieno e mettete in conto un pò di chiasso. Bambini bene accetti, ma valgono le considerazioni sul posto piccolo. Aperto pranzo e cena.

Inopia - Via del Fontanile Arenato, 155/157 tel. 06/66030551   http://www.ristoranteinopiaroma.com/
Qui la location è veramente un ossimoro con il locale: massima eleganza, cucina di alto livello versus strada residenziale priva di fascino come poche. Insomma, ci si viene per mangiare e la passeggiata la fate altrove - magari per andare a riprendere la macchina a Via della Pisana! - e che mangiare (e bere)! Sto parlando di un ristorante di alto livello con uno chef, Andrea Dolciotti, che, se riesce a reggere la location infelice, può far parlare di sè. Cucina creativa, ma di sostanza e territorio, in ambiente piccolo (solo 22 coperti) e raffinato. Notevole menù degustazione di sei portate a 55 euro (bevande escluse), e ampia facoltà di modificare le portate e senza obbligo di prenderlo per tutto il tavolo. Alla carta si può passare un'ottima serata con 60 euro e a Roma, a questi livelli, non è facile. Servizio all'altezza, ma non formale e chef molto timido, ma spesso al tavolo per accogliere commenti e pareri. Non prendete il posto sotto il ventilatore (in inverno sparava aria calda in faccia e temo che in estate faccia lo stesso con l'aria gelida), o fatelo spegnere. Organizzano eventi e degustazioni a prezzi molto interessanti. Aperto solo la sera.

Trattoria del pesce - Via Folco Portinari, 27 tel. 06/95945393  http://www.trattoriadelpesce.it/
Aperto da pochi mesi, si profila come un possibile alter ego pescivoro dell'Osteria di Monteverde, anche se in salsa più elegante. Ovviamente pesce, sia povero - buona la parmigiana di pesce azzurro e la trippa di rana pescatrice -, che pregiato - notevoli gamberoni rossi di Mazara del Vallo e vari crudi. Preparazioni semplici, ma interessanti. Assolutamente da provare il grande antipasto di mare, 11 portate calde e fredde, crude e cotte, su una deliziosa alzata di rame: 40 euro per due persone. Tra i primi i tagliolini con gamberi rossi e limone si fanno ricordare, gli gnocchi ai frutti di mare meno. Secondi semplici, ma molto buoni. Solo tre dolci in carta (e, ahimè, c'è il famigerato tortino di cioccolato con il cuore caldo, vero tormentone della ristorazione senza storia ed inventiva anni 2000, alter ego delle pennette alla vodka anni '80 e della tagliata all'aceto balsamico anni '90: assolutamente da togliere dal menù!). Buone etichette, anche al calice. Alla fine con 40-50 euro a persona si sta benissimo con anche quattro portate a testa e parlando di pesce a Roma non è facile. Non c'è menù degustazione (peccato). Ambiente elegantino: provenzale/shabby chic, piccolo, ma accogliente, con anche un grande tavolo per riunioni di amici. Servizio forse un pochino "ingessato" in un eccesso di leziosità si spera frutto di una certa ingenuità degli esordi. La prima volta non mi avevano rilasciato fattura, ma la seconda sì: meno male. Bonus per il fasciatoio in bagno e il seggiolone in sala. Aperto solo la sera.

Monteverde e dintorni (Parte seconda)

Osteria Pistoia - Piazza Madonna della Salette, 13/14 tel. 06/58203381  http://www.osteriapistoia.com/
Anche loro sono stati tra gli apripista della ristorazione giovanile e di qualità a Monteverde, con la facilitazione di avere una buona location a poca distanza dal mercato di Piazza San Giovanni di Dio, con anche un pò di spazio all'aperto (più che altro in mezzo al parcheggio). Nel tempo sembrano essersi un pò adagiati sugli allori: il locale è sempre pieno e ci si accontenta di navigare a vista in un'alternanza tra piatti molto riusciti ed interessanti e altri piuttosto banali se non addirittura mal congegnati. E' un peccato perchè le qualità di base dello chef ci sono e il menù ha alcune portate veramente valide, ma il tutto non è equilibrato e i prezzi sono decisamente altini. Probabile deriva gastrochic di quartiere. All'interno ambiente molto rumoroso appena qualche tavolo è pieno. Aperto pranzo e cena.

Sukhothai - Via Andrea Busiri Vici, 48/50 tel. 06/55263993   http://www.sukhothai.it/
Buon ristorante thailandese in una traversa di Viale dei Quattro Venti. Cucina fedele, forse troppo poco piccante, servizio attento. Ovviamente sono presenti in menù i piatti tradizionali che ci si aspetta e non ci sono particolari sorprese, ma il tutto è fresco e delicato. Locale molto piccolo. Patron italiano molto socievole e cuoca thailandese. Aperto solo la sera.

La gatta mangiona - Via Ozanam, 30/32 tel. 06/5346702   http://www.lagattamangiona.com/
A memoria questo è stato il primo locale che ha osato sfidare quello che sembrava essere l'ineluttabile destino pizzaiolo di Roma: alla pizza bassa e un pò industriale della tradizione romana, hanno saputo opporre una pizza altina - ma non napoletana doc - preparata con lievito madre centenario e condita in modo originale con ingredienti di alta qualità. Oggi che la città è diventata un vero laboratorio della pizza di valore (tanto che la guida Slow Food 2012 nel capitolo romano ha aperto una sezione dedicata alla pizza, vera anomalia in quanto non si tratta di un piatto tipicamente regionale) con numerosi indirizzi validi (a breve altri post sul tema), La Gatta Mangiona resiste con una pizza molto interessante per qualità della preparazione e delle varietà. Se la trovate provate assolutamente la pizza condita con fiori commestibili: coloratissima e delicata. Ci sono anche fritti curiosi e qualche primo accattivante, ma qui ci si viene soprattutto per la pizza. Sono anche stati tra i primi a sdoganare le birre artigianali e la lista è interessante. Il prezzo è medio-alto, non c'è posto all'aperto ed è indispensabile prenotare. Da mettere in conto una gran confusione e la possibilità di dover scegliere un turno per mangiare, soprattutto nei fine settimana. Aperto solo a cena (ma perchè a Roma una buona pizza a pranzo non si può mai mangiare????)
Thai Inn - Via Ozanam, 94 tel. 06/58203145
Anche questo ristorante è stato un pionere, in questo caso della cucina thailandese e malese a Roma. Per lungo tempo il locale ha permesso di gustare in interni deliziosamente esotico-kitsch (un giardino d'inverno con fontana e Buddha!) un'incredibile varietà di piatti realmente thailandesi. Il menù è ancora oggi molto vasto e il locale rimane veramente carino, ma, ahimè, la cucina non è più quella di una volta. Qualcuno mi ha detto che lo chef adesso è cinese: non so se è vero, ma il punto è che non c'è più traccia della delicatezza ed originalità della cucina thai o malese. Il risultato finale è una serie di piatti che si limitano ad unire cocco e lime a pietanze che di base non si discostano molto da quelle di un qualunque ristorante cinese, neanche di prima qualità. E il prezzo non si è abbassato, anzi. Aperto solo a cena.

Cristalli di zucchero - Via di Valtellina, 114 tel. 06/58230323  
Questo non è un ristorante, ma un tempio della dolcezza. Da quando ha aperto non si è smesso di parlarne: per alcuni è sopravvalutato, per altri è l'unica pasticceria di Roma che può contendere il primato di quelle di Parigi...che dire? Questo bar-pasticceria rimane un indirizzo ineludibile per chi vuole assaggiare un cornetto/croissant non decongelato e dei dolci non banali. Sia i mignon che le torte - anche in monoporzione - sono originalissimi e quasi sempre veramente molto buoni. In inverno offre anche cioccolatini particolari e d'estate un gelato notevole. E c'è anche un dehor che si può chiamare tale. Sia a pranzo che all'aperitivo qualche proposta salata che può far capire come dovrebbe essere una pizzetta o un tramezzino. I prezzi sono decisamente più alti della media, ma ne può valere la pena. Ha anche un'altra sede, più piccola a Via di Santa Dorotea. Chiuso il martedì.

E non è finita qui: a breve le recensioni di altri posti in zona che credo siano interessanti (Da Cesare, La Fucina, Mezè Bistrot): stay tuned!