mercoledì 15 gennaio 2014

A taste of London

Vabbè, ci ho provato a dare un tocco esterofilo al titolo, ma in realtà suona ridicolo trattare di ristorazione a Londra in qualche riga. Sto parlando di una delle città che più amo al mondo, quella metropoli per la quale è stato detto che “chi è stanco di Londra è stanco della vita” (Sir Livingstone, I suppose). E infatti io non ne sono stanca, mai e da anni. Dopo le trasferte di gioventù ho ripreso da un po’ a farmi una tre giorni semestrale - annuale in una città che solo per i musei – gratuiti – ed i parchi varrebbe una visita mensile. Per non parlare dello shopping sfrenato durante i saldi, i mercatini, i musical, i quartieri e le architetture sempre diverse, la multietnicità. E la cucina: chi ancora pensa che per mangiare bene a Londra bisognerebbe fare tre volte al giorno la colazione forse dimentica che tra cucine etniche di ogni tipo e locali stellati la città è da tempo una mecca del mangiare bene. Se poi diamo un’occhiata agli chef mediatici da Gordon fuckRamsey a Jamie Oliver fino alla bellissima Nigella Lawson si capisce subito che da tempo la cucina è qualcosa che interessa molto gli inglesi, al di là della loro smodata passione per il junk food e il take away di infima qualità. Detto ciò a me la cucina inglese piace anche nelle sue declinazioni più tradizionali con gli arrosti di carne, i pie di carne, il fish and chips e peccato che non mangi formaggi ed interiora perché su questo sono piuttosto ferrati. Ma soprattutto c’è l’incredibile varietà di locali etnici spesso di livello superiore alla madrepatria per la presenza sul suolo londinese di prodotti freschi tipici autentici. Prima di parlare di qualche locale provato da poco esprimo alcune perle di saggezza per un viaggio sulla base del mio insindacabile parere personale.
Il migliore mercatino rimane sicuramente quello di Paddington: Brixton è interessante e modaiolo, Portobello antico, Spitalfields chip, ma Paddington rimane un perfetto miscuglio di turistico ed artistico dove fare shopping in una vertigine di opportunità e anche dove mangiare miriadi di cucine etniche spesso ben cucinate (l’ultima volta provato banchetto di cucina del Corno d’Africa preparata da una bella signora sorridente). Il Museo di Londra (gratuito) è un’esperienza memorabile per capire la città, ma anche per assaporare quel gusto per il trash e l’horror che da Madame Tussauds o al London Dungeon fanno pagare 30 sterline. Per avere una reale esperienza di Sindrome di Stendhal basta visitare per qualche ora il Victoria and Albert Museum, proseguendo poi con il Natural History – il cui edifico è meraviglioso. La Torre di Londra e Hampton Court Palace non sono solo dei siti per turisti, ma delle realtà di grande bellezza organizzate mirabilmente con personale in costume e visite guidate divertentissime comprese nell’esoso biglietto d’ingresso. Brick Lane è un quartiere etnico e modaiolo carinissimo. Il mercato alimentare di Borough è memorabile per comprare, mangiare, osservare tutto ciò che sono i cibi del mondo. .….E per il resto fate voi perché è bello tutto!
Mangiare si mangia dappertutto, di tutto e ai prezzi più disparati. Io questa volta mi sono mossa così:
Baozi Inn - Newport Ct, 25 (Metro Leicester Sq.)
A Chinatown ci sono proposte per tutti i gusti e molte sono luoghi dove mangiare con pochi pound  un dim sum (spuntini) mediocre. Questo indirizzo è invece molto affidabile per assaggiare con poche sterline sapori autentici di Pechino essenzialmente attraverso pochi piatti, zuppe di spaghetti in brodo di vario tipo e baozi, cioè i soffici panini al vapore ripieni di carne o verdure. tutto ottimo e abbondante in un’atmosfera da Mao Tze Tung. Sempre aperto. Prezzo massimo 20 sterline.
 
Mien Tay 2 - Kingsland Rd, 122 (Metro Hoxton)
Kingsland Road è una tranquilla via dell'eastside dove si può visitare l’interessante – e gratuito – Geffrye Museum dedicato all'arredamento delle case londinesi nei secoli e dove mangiare cucina vietnamita ad ogni numero civico. Tanti i locali. Io ho provato questo: spartano, aperto sempre, forse non proprio profumato di fresco, ma con una cucina delicata e gradevole. Prezzo ridicolo per la città al di sotto dei 20 pound.
Koya - Frith St., 49 (Soho)
Anche sui ristoranti giapponesi la città è molto ben organizzata e si può optare per locali più orientati al sushi o per quelli versati sulle zuppe di noddles. Questo è specializzato in udon, larghe fettuccine in brodo con condimenti vari. L’uno accanto all’altro ci sono il ristorante e il bar con bancone: la qualità è a stessa – molto valida – cambiano solo gli orari. Prezzo al di sotto delle 20 sterline. 
Dinner by Heston Blumenthal - c/o Mandarin Oriental Hyde Park Knightsbridge, 66 (Metro Knightsbridge)
Lui è il tre stelle Michelin del Fat Duck che si trova vicino Londra. Questa è la sua creatura metropolitana al piano terra dell’Hotel Mandarin di Knightsbridge, a pochi passi da Harrod’s. Siamo nella zona dei soldi e dovrebbero già far pagare l’impagabile vista dalle vetrate del ristorante su Hyde Park. Invece l’atmosfera mescola una assoluta informalità della clientela con la cortesia e l’eleganza di un servizio a 5 stelle. Il tutto si sposa bene con la possibilità di avere a pranzo un’opzione light a tre portate a “sole” 42 sterline, bevande escluse. Non è molto per mangiare prelibatezze scelte dal menù di uno chef stellato, ma soprattutto per provare una cucina che mira a riscoprire l’antica cucina anglosassone con ricette presentate per anno di nascita. Assaggiare una versione alleggerita e rivisitata, ma fedele, di piatti come il ragù di orecchie di maiale con alici e cipolle su crostone  di pane e l’arrosto a bassa temperatura di collo di maiale con cavolo arrostito datati entrambi a metà del 1700 non ha prezzo. Per dolce una crema con prugna cotta, vaniglia e verbena, ricetta del 1774. Buoni, belli ed originali. Vini di qualità in mescita a 7 sterline il calice, pre-dolce in omaggio, conversazione affabile offerta gratuitamente dal giovane e perfetto personale di sala. Da provare assolutamente, compresa la prenotazione on-line precisa al minuto spaccato.
 
 

Rosso

Fioccano le aperture di mangifici e beverifici romani sempre aperti e a tutto tondo. E l’ennesimo si trova in una strada che negli ultimi anni è diventata un boulevard di localini etnici e modaioli incredibile, quel Viale Aventino che fino a poco tempo fa si menzionava solo per la presenza della FAO e di una anonima sede de L’Insalata Ricca. A dire il vero Rosso deve aver subito cozzato contro qualche dura realtà perché l’apertura all day si è un po’ rarefatta ai canonici orari di pranzo aperitivo e cena. Ma il resto c’è tutto: ambiente design moderno, ma confortevole, grande bancone di gastronomia e per l’apericena serale, menù sbarazzino con gli immancabili hamburger  ed insalatone e qualche primo sfizioso, dolci “carini”, carta stile gazzettino anni '40, prezzi così così. A pranzo opzione buffet lunch con vari tagli di piatti e quindi di prezzi per la massa di impiegati affamati della zona. Che dire? Niente di che, né in bene né in male, solita solfa con qualità media, porzioni non esagerate e prezzo finale la sera attestato sugli immancabili 30 euro. Forse più interessante il pranzo e anche l’aperitivo a 8 euro. Aperto a pranzo e cena.
Rosso - Viale Aventino, 32 tel. 06/64420656

Pizzeria La Fucina

E anche in questo caso parliamo di un desiderio finalmente esaudito: assaggiare la pizza gourmet più costosa e chiacchierata della capitale. Le obiezioni su questo posto sono molte e note: la pizza è solamente una base per ingredienti affastellati sopra sì di alta qualità, ma non tanto da giustificare il prezzo esorbitante. E ovviamente la pizza intesa come prodotto napoletano doc non c’entra nulla.  Un po’ la stessa storia di Pizzarium di Bonci. Per mangiare qui va indubbiamente superato lo scoglio di sapere che si spenderanno tra i 20 ed i 30 euro a pizza e bisogna armarsi di almeno un’altra coppia di amici perché le pizze vengono servite una alla volta già porzionate a spicchi e dato il costo il senso è di crearsi un proprio percorso degustazione assaggiandone complessivamente almeno 4-5. Detto ciò, la pizza è buonissima! La base è croccante e leggerissima, quasi troppo visto che gli spicchi vanno via in un lampo. Le proposte per la farcia sono tutte molto originali ed azzeccate e realizzate con ingredienti di altissima qualità (per esempio gamberi freschissimi). Il risultato finale ti fa venire voglia di continuare a provare tutti i tipi e sognare un all you can eat a sole due cifre….Anche la carta delle birre rispecchia la meticolosa attenzione dei patron per la qualità e l’eccellenza con alcune chicche notevoli. E’ vero, è solo acqua e farina – anche se quello che ci mettono sopra ha costi ben diversi -, ma molto, molto buona. Ci si dovrà tornare. Il prezzo di una cena accettabile, lo capite da voi, non può stare sotto i 30 euro a persona. Aperto solo la sera.
La Fucina - Via Giuseppe Lunati, 25/31 tel. 06/5593368   www.pizzerialafucina.it
 

 

Said

A proposito di posti children friendly o meno mi preme segnalare la politica sgradevolissima ed antiquata in questo senso di Said. Innazitutto il brunch domenicale che già costa 25 euro non prevede alcuno sconto per i bambini e quindi il messaggio è chiaro. A questo si aggiunge che alla richiesta di una cara amica di un preventivo per un aperitivo di compleanno quando hanno saputo che ci sarebbero stati anche dei bambini hanno chiesto con tono scocciato ed allarmato “di quanti anni?”. Modalità ridicole, tanto più considerato che si parla di una ex fabbrica di cioccolata e non certo di un locale bomboniera per aperitivi romantici! Depennato ( e non vi do neanche i dati!)…anche se prima o poi il bimbo ce lo porto e senza avvertirli!

domenica 12 gennaio 2014

Un pò di altri brunch romani

Questi post li trovate pubblicati nell'apposito capitolo suo brunch, ma li anticipo anche qui.

Enoteca Ferrara - Piazza Trilussa, 41 tel. 06/58333920   www.enotecaferrara.it  25 euro, 15 i bambini
Questa è una limousine dei brunch: l’indirizzo è quello congiunto dell’Enoteca Ferrara e del Ferrarino, ristorante e trattoria-aperitivi tra i pochi posti dove mangiare con qualità a Trastevere. Il brunch domenicale si svolge quindi in una location molto carina a pochi passi da Piazza Trilussa e la qualità ed originalità dell’offerta gastronomica è ottima, una spanna sopra la media dei brunch romani. Quando sono andata c’erano, per esempio, una zuppa dell’oltrepò pavese da bis e carciofi alla giudia appena sfornati, caldi e croccanti. Anche le costine di maiale barbecue style valevano già il pranzo e così tutti i piatti, sia caldi che freddi. Forse un po’ deludente l’aspetto dolci. In più animazione bimbi con personale dedicato in una bella sala a parte e menù ad hoc ed ogni domenica un’idea particolare, come il mercatino o il concorso gastronomico a fare da contorno al buon cibo. Il costo è nella media dei brunch di buon livello in città, ma il risultato finale vale la visita.
 
Casa del Cinema (Cinecaffè) - Largo Marcello Mastroianni, 1 tel. 06/42016224   www.cinecaffe.it  25 euro, 15 i bambini
Il prezzo di questo brunch è lo stesso di quello dell’Enoteca Ferrara, ma la soddisfazione certamente no. Non che sia cattivo o scarno, anzi, ma sicuramente non brilla per originalità. Piatti da gran buffet anni ’80 con tanto salmone in tutte le varianti, pollo arrosto, lasagne, tante verdure – anche non di stagione – grigliate e bollite. Indubbiamente ampio il settore dolci con le classiche sacher, tiramisù, millefoglie, ma niente da strapparsi i capelli Diciamo che il risultato finale assomiglia un po' ad un pranzo di notte anni '80....Ovviamente ciò che merita è la location all'interno di Villa Borghese, con tanto spazio sia all'aperto che al chiuso.

Rosti - Via Bartolomeo D'Alviano, 65 tel. o6/2752608   www.rostialpigneto.it  20 euro, 15 i bambini
L’apertura di Rosti un paio di anni fa è stata salutata con grande scappellamento in quanto la location è superlativa in uno spazio bucolico del Pigneto con tanto di ampio giardino con giochi per bambini e la proposta della cucina suonava interessante con l’ispirazione casalinga in perfetta sintonia con i lunghi tavoli sociali. Nel tempo l’eco si è un po’ affievolita anche a causa di alcune critiche iniziali sul servizio, ma sicuramente l’indirizzo rimane tra i più originali della nuova invasione di luoghi aperti da mane a sera versatili per ogni esperienza e momento. Personalmente non ci avevo mai mangiato, ma l’atmosfera del giardino con le lampadine colorate in una sera d’estate mi aveva conquistata e aspettavo da tempo di sperimentare il brunch domenicale. Certo sarebbe stato meglio attendere una giornata di sole primaverile per sfruttare appieno lo spazio esterno, ma anche con la pioggia il posto è piacevole. Qui il brunch viene chiamato “il pranzo della domenica” ed in effetti le pietanze sono molto confort food casalingo, ma sono tutte assolutamente gradevoli e con qualche tocco di originalità. Quando ci sono stata c’era uno sformato di verdure miste ottimo, cannelloni e zuppa, pollo arrosto con le patate, vignarola (forse un po’ fuori stagione a Dicembre…), agnello al forno, varie verdure e tanti dolci di fattura casalinga. Compreso nel prezzo il caffè americano. Anche se non è prevista un’animazione per i bambini la location esterna ed il prezzo favorevole invitano ad andare con i pargoli: siete avvertiti.

 

Salotto Culinario

Anche in questo ristorante era tanto che volevo andare. L’obiettivo era ritrovare la cucina dell’ottimo Dino De Bellis che anni fa ci aveva più volte deliziato in un ristorante buffo buffo che si chiama l’Osteria dell’Incannucciata, posizionato in periferia estrema in un vero e proprio borgo. Lo chef è bravo e in qualche modo sembra affezionato alle location particolari ed improbabili per l’alta ristorazione. Infatti l’attuale indirizzo è un incredibile sala ristorante al piano terra di quello che fu il Castello del Mobile Peroni proprio davanti l’IKEA dell’Anagnina. E’ veramente il ristorante che non ti aspetti, caldo e moderno, arredato con elementi del magazzino, ora in svendita, del negozio di mobili, con simpatica vista sul raccordo anulare. Ancora più incredibile è l’apertura sia a pranzo – con un menù light – che a cena, la disponibilità a moderne tapas da aperitivo (riprenderanno con la bella stagione) ed il mix tra cucina che tranquillamente sfiora la vena alta e creativa e tovagliette e tovaglioli di carta, il tutto servito da una simpatica cameriera romana verace in scarpe da ginnastica. Il menù propone alcuni piatti assolutamente riusciti – sopra tutti gli antipasti di triglia e broccoli ed i gamberoni con il lardo con zuppetta di cipolla (dentro una cipolla) – ed alcuni ancora in via di sperimentazione come il tris di maialino in cui i filetto era totalmente surclassato dal piccolo panino con il cotechino e dalla guancia molto aromatica. Lo chef parla in effetti del Salotto come di una “officina” culinaria dove fare sperimentazioni, quindi vale sicuramente la pena tornare più volte. Piccola, ma corretta e curata la carta dei vini e prezzo totale che non supera i 40 euro a persona per un bel pasto completo. Possibilità di acquistare alcuni prodotti di qualità come pasta ed olio.
Salotto Culinario - Via Tuscolana, 1199 tel. 06/72633173   www.salolottoculinario.it